Nascita delle librerie orchestrali

Dopo un primo periodo di affinamento delle tecniche di campionamento e di consolidamento della rete commerciale, arrivò il tempo delle grandi librerie orchestrali, non più limitate ad alcuni strumenti ma finalmente all’intera compagine. La realizzazione delle prime librerie orchestrali di notevole impegno, apparse agli inizi degli anni '90, si deve a due musicisti dell’Europa Orientale. Il primo è Peter Siedlaczek con la sua (semplicemente) Orchestra. Con una pratica adottata in seguito anche da altri, Siedlaczek fa crescere il suo lavoro di anno in anno: con l’aggiunta delle percussioni la libreria diviene Orchestra Plus, poi Advanced Orchestra, e infine Ultimate Orchestra. Il secondo autore è invece il celeberrimo Miroslav Vitous, (contrab)bassista dei Weather Report, che propone i Symphonic Orchestra Samples, poi ampliati nella Philarmonic Orchestra.

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Il tecnico del suono polacco Peter Siedlaczek è stato uno dei primi a produrre una grande libreria di suoni orchestrali per campionatori.

In entrambi i casi si tratta di una collezione molto raffinata, chiaramente concepita da compositori che conoscono a fondo l’orchestra e sanno quanto siano importanti dettaglio, realismo, ricchezza di articolazioni e di modi di emissione. Le due librerie sono chiaramente concepite pensando alla scrittura professionale in ambito “accademico” e “jazz” (nelle accezioni più vaste dei due termini), con particolari indispensabili a rendere la ricchissima tavolozza dell’orchestra contemporanea.

Ad esempio, gli strumenti non sono campionati solo in ff, affidando poi alla chiusura di un filtro passa-bassi la simulazione dei livelli di dinamica inferiori. Di ciascuno strumento vengono invece dati diversi livelli di dinamica (da pp a ff). Il campionamento avviene a distanza di poche note, evitando gli artefatti della trasposizione. Ci sono diversi modi di attacco, come legato, sforzato, staccato, spiccato o pizzicato. Vengono campionati trilli cromatici e diatonici. A volte si danno gli armonici degli archi. Si registrano glissando e scale lente o veloci. Vitous fa addirittura attenzione alla ripresa dell’ambiente e al posizionamento accurato degli strumentisti della Filarmonica Ceca in sala, per [aggiungere] ai suoni un grande senso di realismo.

Tanta raffinatezza è resa possibile dalle straordinarie capacità dei nuovi campionatori: con i loro layer (strati multipli), il crossfade (passaggio graduale da un layer all’altro), la multitimbricità, e certamente la capacità di montare quantità crescenti di memoria RAM. Tanto materiale richiede infatti moltissima memoria. Di conseguenza, era pratica comune comporre con la versione “leggera” dei suoni, per poi registrare le singole sezioni una alla volta, in multitraccia, ricorrendo finalmente al campione “completo” e di alta qualità.

Queste due prime librerie erano basate su radici solide: tanto da continuare ad essere commercializzate ancor oggi, senza sfigurare troppo rispetto a realizzazioni più recenti e più ambiziose.

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Evoluzione delle collezioni di suoni orchestrali nella storia.



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